Depositare un brevetto in Cina
Ancora oggi sembra resistere il luogo comune secondo il quale depositare una domanda di brevetto in Cina non abbia alcuna efficacia in quanto in tale Paese, soprattutto se si è stranieri, non si sarebbe comunque protetti dalla contraffazione da parte delle migliaia di piccole aziende locali che sono solite aggredire i mercati occidentali con le loro copie di scarsa qualità ma a basso costo.
In questo post voglio invece sfatare questa leggenda e dimostrare come sia non solo utile ma anche facile depositare una domanda di brevetto per invenzione o modello di utilità in Cina ed anche ottenerne la concessione, soprattutto se ci si affida a chi conosce i meccanismi che regolano le procedure di deposito e rilascio dei brevetti.
Partiamo innanzitutto con il discutere del perché sia utile (se non necessario) brevettare anche e soprattutto in Cina.
E’ indiscutibile che la Cina sia un Paese immenso e che quindi sia difficilmente controllabile.
Ne consegue che possa risultare fisiologico non poter perseguire anche i piccoli contraffattori, soprattutto se questi rimangono in ambito locale o provano a commercializzare i “nostri” prodotti in Paesi in cui non abbiamo attivato la nostra protezione.
Tuttavia, nella maggior parte dei casi questi contraffattori rappresentano solo una parte trascurabile di quello che un business può potenzialmente rappresentare e, anzi, spesso finiscono per costituire un beneficio anche per l’attività del reale inventore che potrà trarre beneficio da una sorta di “pubblicità” involontaria che il contraffattore eseguirà tramite il suo prodotto.
In secondo luogo, l’assenza di un brevetto in Cina da un lato costituirebbe un via libera anche per realtà più grandi, eventualmente operanti in partnership con soggetti occidentali, e quindi anche più facilmente controllabili, e, dall’altro, potrebbe scoraggiare eventuali investitori locali o stranieri con maggiori disponibilità economiche rispetto all’inventore ed interessati all’invenzione nel portare avanti eventuali trattative di sfruttamento dell’invenzione.
Non bisogna poi dimenticare che la Cina ormai punta a diventare non solo il più grande produttore ed esportatore mondiale ma anche il maggiore mercato in tutti gli ambiti tecnologici.
Detto ciò, passo ad illustrare quali sono le modalità per giungere alla concessione di un brevetto di invenzione o modello di utilità in Cina, molto più semplici di quanto si possa immaginare.
Innanzitutto, occorre tener conto che la Cina riconosce tutte le principali Convenzioni mondiali in tema di tutela dei diritti di proprietà industriale, inclusa la Convenzione di Parigi per il riconoscimento del diritto di priorità e la Convenzione PCT che regola il deposito delle domande internazionali.
Pertanto, la forma più semplice per giungere al deposito della domanda cinese è quella che prevede il deposito iniziale di una domanda di brevetto in Italia, seguita dal deposito entro un anno di una domanda internazionale PCT che designa automaticamente 152 Paesi, Cina inclusa.
In questo modo, allo scadere del 30° mese dalla data di priorità (ossia la data di primo deposito) sarà possibile effettuare l’ingresso nella fase nazionale cinese al fine di dar inizio alla fase di esame e giungere alla concessione.
L’ingresso nella fase nazionale cinese richiede necessariamente di rivolgersi ad un corrispondente locale, che provvederà al pagamento della tassa ed alla traduzione del testo nella lingua locale.
L’esame di merito non è automatico ma deve essere richiesto entro 36 mesi dalla data di priorità, pagando l’apposita tassa.
Nell’affrontare la procedura di concessione del brevetto occorre tener conto che l’Ufficio Brevetti Cinese (CNIPA) ha canoni di giudizio diversi rispetto agli Uffici europei ed è molto fiscale.
Allo stesso tempo anche i corrispondenti cinesi sono poco propensi ad andare oltre quanto richiesto ed a correggere eventuali errori, anche di tipo formale, in assenza di una specifica richiesta da parte del titolare o del SIPO.
Ciò si traduce spesso in un rallentamento della procedura di concessione del brevetto oltre che in un incremento dei costi.
Per questo motivo è raccomandabile affidarsi ad un avvocato o consulente che conosca i meccanismi alla base della procedura di concessione del brevetto cinese e che sarà in grado di prevedere eventuali contestazioni e ridurre al minimo le azioni da compiere.
Sistemati gli aspetti formali ed appurato tramite l’esame svolto dall’Ufficio cinese che la nostra invenzione sia dotata dei requisiti essenziali di brevettabilità (ossia novità, attività inventiva, applicabilità industriale), non vi saranno particolari ostacoli alla concessione del brevetto, come dimostrano le statistiche che evidenziano come vi sia un numero sempre crescente di brevetti cinesi rilasciati a soggetti stranieri.
L’alternativa al deposito della domanda di brevetto in Cina come fase nazionale di una domanda internazionale PCT è quella di procedere al deposito diretto di una domanda nazionale di brevetto cinese, che subirà lo stesso iter previsto nel primo caso ma senza poter godere dei 30 mesi dalla data di priorità.
Anche in tal caso sarebbe sempre preferibile aver prima depositato una domanda di brevetto in Italia, la cui priorità potrà essere richiamata entro un anno dal deposito.
Ma quanto costa depositare una domanda in Cina?
Ovviamente non è possibile dare cifre precise, in quanto i costi sono legati alla complessità del testo e quindi anche alla variabilità dei costi di traduzione, oltre che dalla eventuale necessità di replicare ad azioni ufficiali da parte del SIPO.
Tuttavia, mediamente il costo per giungere alla concessione di un brevetto in Cina, al netto di eventuali costi per deposito della domanda italiana di priorità e della domanda internazionale PCT, si attestano in €5000-10000.
I costi di mantenimento del brevetto concesso, nell’ordine di poche centinaia d’euro l’anno, sono annuali ma dovuti solo dopo il rilascio della concessione.
Questi costi possono sembrare un’enormità ma a legger bene costituiscono invece una cifra molto contenuta se si considera la vastità di un mercato come quello cinese all’interno del quale potremo godere della esclusiva sula nostra invenzione.