Registrazione design e tutela made in Italy
Con il termine design (abbreviazione del termine industrial design) si intende la progettazione di oggetti prodotti industrialmente.
Tale progettazione è rivolta ad una moltitudine di prodotti, dagli oggetti di uso comune, agli arredi e ai complementi degli stessi, dai dispositivi elettronici sino ad arrivare ai mezzi di trasporto (automobili, motocicli, treni).
Gli scopi del design industriale sono molteplici: l’oggetto di design deve soddisfare al meglio non solo i criteri di ergonomia e funzionalità richiestigli dall’uso a cui è destinato, ma deve anche rispondere ad esigenze di marketing e stile per diventare unico ed originale, distinguendosi così dalla concorrenza e imporsi come competitivo sul mercato.
Così il designer diventa un vero e proprio artista dell’industrializzazione, un creativo in grado di dar forma a oggetti di ogni tipo e forma, destinati alla larga distribuzione, i quali non solo assolvono allo scopo per cui sono stati realizzati ma, attraverso l’originalità della loro forma, modificano e rinnovano il gusto estetico degli acquirenti.
Questo sincretismo tra “forma e funzione” dell’oggetto di design, sin dagli albori dell’industrializzazione, è divenuto lo scopo principale del designer, un artista dell’industria che col tempo ha imposto la sua originalissima figura professionale per dettare stile e innovazione sul mercato.
Non sono poi mancate nel corso degli anni anche influenze artistiche all’interno dei lavori dei designer, come quella del Cubismo, del Futurismo, e di tutte le correnti artistiche del novecento ed ancora oggi arte e design dialogano in modo continuo e creativo.
In seguito, grazie al raffinarsi della tecnologia per la lavorazione dei materiali e il progressivo evolversi dei sistemi di produzione industriale i designer hanno potuto realizzare oggetti sempre più originali, sino a diventare veri e propri esempi di stile.
Con il tempo, poi, il carattere innovativo del design ha iniziato anche a prevalere sull’aspetto puramente estetico, con la conseguenza che si è reso possibile tutelare attraverso la registrazione non solo i design aventi un carattere ornamentale ed artistico ma tutti i design che fossero nuovi e provvisti di carattere individuale.
Il contributo dell’Italia al design industriale è ricco e preziosissimo.
Sin dagli anni 30, grazie ad industrie come l’Olivetti di Ivrea, lo stile italiano si è imposto sul mercato mondiale come esempio di eleganza e funzionalità per poi imporsi in ogni campo della produzione industriale: dall’arredo alla tecnologia, al design automobilistico.
Oggetti di design italiano sono entrati non solo nella storia della produzione industriale ma anche in quella artistica, come la macchina da scrivere Olivetti lettera 22 di Marcello Nizzoli del 1950, la lampada Eclisse di Vico Magistretti del 1967 e la radio Brionvega Cubo del 1964, disegnata da Marco Zanuso e Richard Sapper ed oggi esposta anche al MOMA di New York. Numerosissimi sono poi i nomi di designer italiani che hanno imposto l’Italian Style nel mondo.
Il design è dunque una voce fondamentale per la produzione industriale, in quanto è grazie a questo atto creativo che unisce, forma, stile e funzionalità, che l’oggetto prodotto in serie acquista originalità e unicità sul mercato.
Ed è proprio grazie all’originalità creativa, all’eleganza del design, alla qualità dei materiali e alla raffinatezza della lavorazione che la produzione italiana rappresenta un’eccellenza industriale e artigianale riconosciuta e apprezzata ovunque ed il “Made in Italy” è divenuto il simbolo del genio italiano ed è esportato in tutto il mondo, soprattutto nei cosiddetti settori delle quattro “A” : Abbigliamento, Agroalimentare, Arredamento e Automobili, che trainano quasi per intero l’economia del Paese.
Grazie a stilisti straordinari (nomi come Valentino, Armani, Ferrè, Versace, D&G e tanti altri), la moda italiana detta stile ed eleganza, così come nell’interior design e nel settore automobilistico.
Ma l’originalità e l’unicità del Made in Italy vengono spesso minacciati dalla contraffazione, soprattutto nei settori della moda e dell’alimentazione.
Sempre più spesso i prodotti italiani sono oggetto di falsificazione e sin dalla fine degli anni 90 si è cercato di porre argine ad un fenomeno che, solo nel settore moda, genera perdite per quasi 10 miliardi di euro.
Nel 1999 fu fatto un primo passo con la creazione dell’Istituto per la Tutela dei Produttori Italiani, grazie al quale la dicitura Made in Italy, corredata dalla bandiera italiana, iniziò ad esser tutelata, ed in seguito il Made in Italy è divenuto a tutti gli effetti un marchio a sé stante la cui contraffazione è perseguibile penalmente.
Ad oggi, però, la migliore forma per tutelare il proprio design rimane comunque il deposito di una domanda di registrazione con cui è possibile tutelare i propri design per un periodo di 25 anni, potendo registrare il design sia solo sul territorio italiano che anche all’estero, ad esempio mediante una domanda di registrazione di design comunitario (o dell’Unione Europea) o una domanda di registrazione di design internazionale.
Il deposito della domanda di registrazione ha il grande vantaggio di tutelare non solo contro le copie pedisseque ma anche contro eventuali design che dovessero differenziarsi dal proprio solo per elementi non rilevanti.